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Kathryn Andrews | Alex Israel

January 16–March 15, 2014
Rome

Installation view, photo by Matteo D'Eletto

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Installation view Photo by Matteo D'Eletto

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About

Gagosian Rome is pleased to announce a two-person exhibition of sculpture by Kathryn Andrews and Alex Israel. This is the first time that both artists have shown their work in Rome.

The readymade has emerged as an autonomous artistic medium, as persistent as painting, sculpture and photography. Andrews and Israel advance this position by insisting upon temporality and contingency as new parameters for their readymade art. Based in Los Angeles, each engages with the particular culture of the local film and media industries. Mining the "food chain" of show business, they interrogate and confound the fine line between “talent” and “raw material" while re-framing and re-presenting manufactured items whose formal and auratic properties are often overlooked. Deploying rented and/or recognizable film props and even going so far as to exhibit work by other artists and artisans as their own—Andrews' Umbrella Stand No. 2 (2013) depicts "stock" pattern designs for sale via internet; Israel's Sky Backdrop (2013) is painted by a Warner Bros. scenic artist—both artists demonstrate a renewal of Duchamp’s audacious undermining of the status of authorship and the art object. Whether re-positioning film props or celebrity memorabilia in a new setting of commercial engagement with a consumer audience (the art gallery), or replacing Modernism’s forms with Hollywood's particular brand of self-mythologizing visual tropes and surfaces, Andrews and Israel confront established expectations of process, authorship and permanence.

The multifaceted nature of Andrews’ work reflects her sensitivity to the decentralized urban sprawl of Los Angeles. Often she combines a meticulously fabricated “framing” element with a second notable object, the juxtaposition of which invites a multitude of implied narrative projections, while simultaneously de-stabilizing traditional assumptions about the formal hierarchies of sculptural pedestal, armature, and object. In Die Another Day (2013), a stainless steel vanity unit is the support for a single golden bullet used in the James Bond film of the same title, while reflecting the viewer in its frame.

Israel similarly engaged Los Angeles in a recent series of video portraits of notable locals, As It Lays (2011–12). In this bizarre spin on TV talk shows, Israel quizzed celebrities including Marilyn Manson, Christina Ricci, and Melanie Griffith on favorite colors, salad dressings, and ice cream flavors, generating spontaneous, unexpected interactions. In Property (2010-), a related body of work, the role of the performer is occupied by the rented cinema prop, which is selected by the artist to play the part of readymade sculpture.

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Gagosian Gallery è lieta di presentare per la prima volta a Roma una mostra degli artisti Kathryn Andrews e Alex Israel.

Il readymade è ormai considerato un linguaggio artistico autonomo, affermato come la pittura, la scultura e la fotografia. Andrews e Israel approfondiscono questo concetto insistendo sulla temporaneità e sulla contingenza come nuovi parametri per la loro arte readymade. Residenti a Los Angeles, si confrontano con l’industria cinematografica e la cultura mediatica tipiche del luogo. Minando la “catena alimentare” dello show business, indagano e confondono il sottile confine che separa il “talento” dalla “materia prima”, ricontestualizzando e ripresentando oggetti prodotti in serie le cui caratteristiche auratiche e formali sono spesso trascurate.

Utilizzando oggetti di scena noleggiati, più o meno riconoscibili, e spingendosi fino a presentare il lavoro di altri artisti e artigiani come proprio, —Umbrella Stand No. 2 (2013) di Andrews riproduce il design dei modelli inventariali delle vendite su internet; Sky Backdrop (2013) di Israel è stato dipinto da un pittore di scena della Warner Bros.—, entrambi gli artisti rinnovano l’audace scalzamento duchampiano dello status di autore e di opera d’arte. Sia che riposizionino oggetti di scena o memorabilia di personaggi famosi in un nuovo contesto commerciale con un pubblico di consumatori (come una galleria d’arte), o che sostituiscano schemi formali del Modernismo con il particolare stile hollywoodiano dei tropi visivi e delle apparenze mitizzate, Andrews e Israel mettono in discussione quanto ci si aspetta dai concetti di processo, paternità, e permanenza.

La sfaccettata natura del lavoro di Andrews riflette la sua sensibilità nei confronti dell’espansione urbana di Los Angeles. Spesso combina un elemento estremamente rifinito con un secondo oggetto di una certa rilevanza, suscitando, attraverso la loro contrapposizione, una moltitudine di proiezioni narrative implicite, e allo stesso tempo destabilizzando le convenzioni tradizionali delle gerarchie formali del piedistallo della scultura, della struttura e dell’oggetto in sé. In Die Another Day (2013), un mobiletto da bagno in acciaio inossidabile, che riflette lo spettatore nella sua cornice, è il supporto per un unico proiettile d’oro usato nell’omonimo film di James Bond.

In modo analogo Israel si rapporta con Los Angeles in un recente corpus di lavori, una serie di video-ritratti di importanti personaggi locali, As It Lays (2011–12). In questa bizzarra interpretazione dei talk show televisivi, Israel ha intervistato celebrità quali Marilyn Manson, Christina Ricci, e Melanie Griffith sulle loro preferenze riguardo i colori, i condimenti per l’insalata e i gusti del gelato, generando interazioni inaspettate e spontanee. In Property (2010), un nucleo di lavori connesso al precedente, il performer è impersonato dall’oggetto di scena preso in affitto, selezionato dall’artista per interpretare il ruolo della scultura readymade.

Seppur approcciando la scultura da diversi punti di vista materiali ed estetici, sia Andrews che Israel identificano ripetutamente oggetti che alludono o si sovrappongono a gesti scultorei storici. Ogni lavoro o sua parte ha una propria storia. Alcune sono spettacolari e palesi, —il proiettile d’oro di Andrews si è trasformato da oggetto determinato ad oggetto di scena fino ad opera d’arte, e Maltese Falcon (2013) di Israel si appropria delle sembianze e del fascino di una star inanimata dell’omonimo film del 1941, —mentre altre sono banali o insignificanti. Misurandosi con l’eredità di una scultura che propone la vicinanza tra arte e vita quotidiana, Andrews e Israel prendono spunto da precedenti storici quali i readymade fusi di Jasper Johns fino alle composizioni di oggetti comuni su scaffali di Haim Steinbach, e approfondiscono il genere mostrando le sfumature che oggetti appartenenti a status sensibilmente diversi hanno in comune.

Kathryn Andrews è nata a Mobile, Alabama nel 1973. Alcune mostre recenti includono “George Herms: Xenophilia (Love of the Unknown)”, Museum of Contemporary Art, Los Angeles (2011); “Modify, As Needed”, Museum of Contemporary Art North Miami (2011); “American Exuberance”, Rubell Family Collection, Miami (2011); “Made in L.A. 2012”, Hammer Museum, Los Angeles (2012); e “When Attitudes Became Form Become Attitudes”, Museum of Contemporary Art Detroit (2013). Un’importante antologica del suo lavoro, “Special Meat Occasional Drink,” è stata presentata al Museum Ludwig, Colonia nel 2013.

Alex Israel è nato a Los Angeles nel 1982. I suoi lavori si trovano in collezioni pubbliche quali il Los Angeles County Museum of Art, il Museum of Contemporary Art, Los Angeles e il Moderna Museet, Stoccolma. Recenti mostre personali includono: Utah Museum of Contemporary Art, Salt Lake City (2012); Museo Civico Diocesano di Santa Maria dei Servi, Città della Pieve, Italia (2012); LAXART, Los Angeles (2013); Le Consortium, Dijon, Francia (2013).

Entrambi Andrews e Israel vivono e lavorano a Los Angeles.