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Richard Prince

Four Blue Cowboys

June 20–September 6, 2008
Rome

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999 4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999

4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999 4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999

4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999 4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999

4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999 4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

Richard Prince, The Blue Cowboys, 1999

4 Ektacolor photographs, 59 ¼ × 83 ¼ inches framed each (150.5 × 211.5 cm), edition of 2

About

I'm interested in what some of these images imagine... most of the time, what's represented is just wishful thinking. I'm interested in wishful thinking.
—Richard Prince

Gagosian Gallery is pleased to announce an exhibition of Richard Prince's photographic series, Four Blue Cowboys.

An avid collector and perceptive chronicler of American subcultures and vernaculars and their role in the construction of American identity, Prince has probed the mythical status of cowboys, bikers, customized cars, and celebrities; the push-pull allure of pulp fiction and soft porn; and the depths of racism, sexism, and psychosis in mainstream humor—producing such unlikely icons as the highly coveted Joke and Nurse paintings.

Prince has been mining images from mass media, advertising and entertainment since the late seventies when he worked in the tear-sheet department at TIME/LIFE in New York. Through "re-photographing" magazine ads—by cropping, removing any ad copy, or reshooting black and white images on color film—from jewelry, furniture, and models to the cowboys of Marlboro Country, he redefined the concepts of authorship, ownership, and aura. Applying his understanding of the complex transactions of representation to the making of art, he evolved a unique signature filled with echoes of other signatures yet that is unquestionably his own.

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Mi interessa l'immaginario creato da alcune di queste immagini...il piu' delle volte, ciò che rappresentano è solo un’illusione. Mi interessa l'illusione.
—Richard Prince

Gagosian Gallery è lieta di annunciare l’apertura della mostra di Richard Prince Four Blue Cowboys.

Avido collezionista e cronista sensibile della sottocultura americana e del suo ruolo nella costruzione dell’identità nazionale, Prince ha esaminato il ruolo mitico dei cowboys, dei motociclisti, delle auto truccate e dei divi, oltre che del fascino della narrativa pulp e della pornografia; del razzismo, del sessismo, e della psicologia dello humor, producendo icone inaspettate come i suoi popolarissimi dipinti della serie Nurses (Infermiere) e Jokes (Barzellette).

Prince ha cominciato a raccogliere immagini tratte dalla cultura popolare, dalla pubblicità e dallo spettacolo, fin da quando alla fine degli anni '70 lavorava per il colosso editoriale Time/Life a New York. Rifotografando pubblicità di gioielli, mobili, moda e cowboys della Marlboro Country - modificandole nel taglio, eliminando il testo e riproducendo a colori immagini in bianco e nero - Prince ha ridefinito i concetti di autore, proprietà, e aura. Attraverso la sua interpretazione delle complesse regole della rappresentazione, ha sviluppato uno stile unico che pur evocandone altri è inconfondibilmente il suo.

L’utilizzo dei cowboys nell’opera di Prince dall’inizio degli anni ’80 al presente, rivela molto sia delle trasformazioni del suo rapporto con quest’icona americana e di come essa viene costruita dai media, sia del suo uso della tecnologia fotografica e degli effetti dell’ evoluzione in digitale. Nei primi esemplari per esempio, l’artista era costretto a scattare intorno ai testi producendo dettagli estremi e granulosi dei soggetti originali. In una seconda fase, le evolute tecniche di laboratorio gli hanno permesso di aumentare significativamente la messa a fuoco e le dimensioni delle immagini definitive. Nella fase più recente, che include le serie The Blue Cowboys, Mountain Cowboy e Silhouette, ha lavorato partendo da immagini di alta qualità in cui il testo è già completamente assente.

Nei Four Blue Cowboys esposti in mostra, le figure sono ridotte a minimi ma sempre riconoscibili simboli all’interno di vasti paesaggi bucolici impregnati di rugiada mattutina o illuminati dai raggi del sole al tramonto. Trasportati nel mondo dell’arte questi panorami cinematografici evocano, non senza ironia, la grande tradizione romantica della pittura.

Richard Prince è nato nel 1949 nella zona del Canale di Panama. Vive e lavora a New York. É stato oggetto di mostre importanti tra le quali quelle al Whitney Museum of American Art, New York (1992); the San Francisco Museum of Modern Art (1993); Museum Boijmans van Beuningen, Rotterdam (1993); Museum für Gegenwartskunst, Basilea (2001); Kunstmuseum Wolfsburg (2002); nel 2007 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli ha dedicato una grande retrospettiva attualmente in corso al Walker Art Center di Minneapolis. Il suo ultimo progetto espositivo si inaugura alla Serpentine Gallery di Londra a giugno 2008.