Extended through June 27, 2014
About
Between them and me: telepathic exchanges, divination.
—Nan Goldin
Gagosian Rome is pleased to present Nan Goldin’s Scopophilia. This is the renowned photographer’s first major exhibition in Rome.
The Greek term scopophilia literally means “love of looking,” but also refers to the erotic pleasure derived from gazing at images of the body. Goldin’s Scopophilia is both a slideshow and an ongoing photographic series, begun in 2010 when she was given private access to the Musée du Louvre every Tuesday, while the museum was closed to the public. During these privileged sojourns, she wandered and photographed freely throughout the museum’s renowned collections of painting and sculpture.
Goldin’s errant experiences at the Louvre confirmed that many of her artistic obsessions—sex, violence, rapture, despair, and the mutability of gender—stem from deep imaginative currents in Western art history, myth, and religious iconography that have potent sources, from the transformative myth of Pygmalion to the second-century marble, The Sleeping Hermaphrodite. Many of Goldin’s own photographs that she has paired with Louvre imagery have never before been exhibited; some were unearthed from her archives by her assistant and others she resurrected herself. The result is a collective portrait about love and desire, propelled by “all of the pleasure circuits deeply fulfilled by looking.”
Tra loro e me: scambi telepatici, divinazione.
—Nan Goldin
Gagosian è lieta di presentare Scopophilia, la prima grande mostra a Roma della celebre fotografa americana Nan Goldin.
Il significato letterale del termine greco scopophilia è “amore per il guardare”, ma si riferisce anche al piacere erotico che deriva dall’osservare il corpo attraverso le sue immagini. Scopophilia di Nan Goldin è sia uno slideshow che una serie fotografica iniziata nel 2010, quando le fu concesso di accedere privatamente al Louvre ogni martedì, giorno di chiusura al pubblico del museo. In queste occasioni l’artista ha avuto il privilegio di passeggiare e fotografare liberamente le rinomate collezioni del museo.
L’esperienza “errante” di Goldin presso il Louvre ha confermato che molte delle sue ossessioni artistiche—il sesso, la violenza, l’estasi, la disperazione e il cambiamento di genere—derivano da correnti immaginative presenti nella storia dell’arte occidentale, in un mito e in un’iconografia religiosa dalle radici potenti, dalla metamorfosi di Pigmalione fino alla scultura in marmo del secondo secolo d.C. L’Ermafrodito dormiente. Molte fotografie personali di Goldin che lei stessa ha abbinato a immagini del Louvre non erano mai state esposte prima; alcune sono state scoperte dalla sua assistente nei suoi archivi, altre portate alla luce dall’artista stessa. Il risultato è un ritratto collettivo sull’amore e sul desiderio, mosso da “tutti i circuiti del piacere che sono profondamente soddisfatti dal guardare”.
Delle migliaia di fotografie che Goldin ha scattato a dipinti e sculture delle collezioni del Louvre è stato realizzato uno slideshow di venticinque minuti, nel quale interpretazioni personali e animate delle opere storiche vengono associate ad immagini del suo repertorio che risalgono alla fine degli anni Settanta. Il risultato è un risonante dialogo tra storie umane passate e presenti. La proiezione di Scopophilia è stata presentata per la prima volta al Louvre nel 2010. Con in sottofondo una malinconica colonna sonora di musica classica, scritta da Alain Mahé per pianoforte, violoncello e voce, l’artista riflette sommessamente su figure mitologiche, tra cui Narciso, Tiresia e Cupido e Psiche. Tutti trovano i loro equivalenti nei ritratti scattati agli amici e alla famiglia allargata dell’artista, alle volte teneri, altre selvaggi o erotici. Presso Gagosian Roma lo slideshow sarà proiettato per l’intera durata della mostra.
La proiezione è accompagnata da immagini fotografiche ad essa correlate, nelle quali Nan Goldin associa proprie fotografie ad immagini di capolavori storici in reticoli tematici uniformi. Molte di queste composizioni sono state realizzate appositamente per la mostra di Roma e sono qui esposte per la prima volta. Questi lavori rappresentano una nuova direzione per l’artista, in cui l’avvicinamento alle nuove tecnologie le permette di indagare all’infinito il suo vasto mondo di immagini creandone nuove ed inaspettate variazioni.